Seminario Nazionale: il Recupero della Marginalitàdel Territorio Appenninico attraverso lo sviluppo della Filiera Tartuficola.

Sabato 5 Ottobre San Sebastiano Curone è stato il palcoscenico del
Seminario nazionale sulla filiera tartuficola promosso e organizzato dall’Associazione Derthona Truffle
APS, dal Comune di San Sebastiano Curone e dall’Unione Montana Terre Alte, che ha visto un panel di
altissimo livello affrontare un tema di primaria importanza per il nostro Territorio.
Regione, Provincia, GAl, Unione Montana Terre Alte, Alexala, Derthona Truffle , Amministratori locali,
imprenditori Agricoli, Associazioni Tartufai, Centro Studio Nazionale del Tartufo, Agronomi, Micologi e
mondo della Ristorazione hanno dato vita ad un ragionamento a 360 gradi sul “tartufo” e di come
,attraverso di esso, sia possibile sviluppare azioni che mirino concretamente ad incidere sul sistema
economico e sociale delle nostre valli.


Enrico Bussalino, assessore Regionale degli Enti locali, ha introdotto il dibattito sottolineando l’esigenza
per questi territori di ricercare ogni soluzione possibile per contrastare il progressivo fenomeno dello
spopolamento. Il Tartufo può certamente essere una risposta efficace per il raggiungimento
dell’obbiettivo; una corretta e concertata politica di sostegno, potrà portare a recuperare terreni, in
particolare quelli silenti o abbandonati, se ripensata in un’ottica di “Filiera” che veda una rinnovata e più
mirata azione di coordinamento.
Il seminario, cui ha mandato i saluti l’Assessore regionale alla Biodiversità e Tartuficoltura Marco Gallo
condividendone gli intenti, ha visto anche la presenza del nuovo Presidente della Provincia di
Alessandria Luigi Benzi che ha individuato nella Filiera una necessità, oltreché un’opportunità, per
rivitalizzare le nostre valli attraverso la valorizzazione e produzione del Tartufo Nero.
“Il Tartufo? Può essere il nuovo Timorasso” lo sostiene Vincenzo Caprile, Sindaco di San Sebastiano che
a margine del convegno riporta i dati illustrati dalle esperienze dei tartuficoltori provenienti da Marche
Umbria, Toscana ed Emilia che sono intervenuti.
“I nostri territori sono vocati per questo tipo di coltura, i terreni disponibili sono moltissimi e i redditi
derivanti da questa coltivazione sono decisamente superiori a qualunque tipo di seminativo”
Emidio Angellozzi, uno dei principali tartuficoltori d’Italia, sostiene che “nelle annate peggiori, il raccolto
genera profitti di 4 volte superiore ad ogni altro tipo di coltura e di oltre dieci volte nelle annate normali! “


Il tartufo ed i tartufai sono destinati a sparire, è questo il grido di allarme emerso nel corso del dibattito e i
dati illustrati da Ipla – Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente e Federazione Ordine degli Agronomi e
Forestali, hanno certificato che la produzione naturale del Tartufo sta sempre più diminuendo per effetto
dei cambiamenti climatici e progressivo abbandono dei territori vocati.
Come invertire allora la tendenza? La tartuficultura moderna può essere un’efficace risposta ma a
condizione che si capisca che si tratta di una Coltura Vera che implica lavorazioni durante l’anno al pari
di un vigneto o un frutteto e che non basta, per essere produttiva, mettere a dimora le piante ed
aspettare che dopo 3-4 anni nascano i Tartufi da soli.
L’Associazione Derthona Truffle il cui scopo è quello di promuovere la cultura e la valorizzazione del
tartufo locale, come spiegato dal suo presidente Dario Capogrosso, ha illustrato il progetto della filiera
tartuficola e la proposta del marchio collettivo “Tartufo nero terre Piemonte”.
Estremamente “rivoluzionaria” ma molto efficace, la proposta presentata condivisa e supportata anche
da varie Amministrazioni Comunali del Tortonese ;
“TARTUFO NERO TERRE PIEMONTE” è la proposta di denominazione del Marchio che avrebbe il
merito di superare gli sterili campanilismi di piccole aree e che permetterebbe alle istituzioni Provinciali e
Regionali di affrontare rinnovate politiche di sostegno in maniera unitaria e probabilmente più efficaci.
L’augurio è che tale proposta venga accolta in sede politica, in primis dalla Regione Piemonte, e che si
individuino i soggetti o organizzazioni a cui demandare le azioni di sviluppo del progetto in questione.

Si è inoltre parlato dell’esigenza che nei nostri Territori, come elemento caratterizzante della filiera, si
debbano incentivare e dare avvio ad aziende che si occupino della trasformazione del prodotto offrendo
così la possibilità, ai cavatori e coltivatori, di trovare nuovi e più redditizi sbocchi di mercato.
Paola Romero, direttrice del Gal Giarolo Leader ha offerto una panoramica sulle possibili azioni di
sostegno a tali interventi con specifico riferimento alle disponibilità economiche derivanti
dall’appartenenza di questi luoghi alle Aree Interne, strumento assai più agevole e flessibile rispetto agli
assi convenzionali di finanziamento.
Non di minor rilievo sono stati gli interventi del Dott. Degiacomi presidente del Centro Nazionale degli
studi sul Tartufo e di Carlo Passera, Direttore di Identità Golose, i quali hanno ravvisato la necessità che
il mondo della ristorazione venga maggiormente coinvolto in questa “Filiera” riscoprendo in particolare
l’uso del tartufo Nero.
Degiacomi ha introdotto un concetto che “ogni stagione ha il suo tartufo” e Passera, che ha avuto anche
il compito di moderare l’interessante tavola rotonda, ha colto questa sfumatura come un occasione d’oro
per i ristoratori per attirare nuova clientela sempre più alla ricerca di novità in campo culinario. Non più
parlare semplicemente di Tartufo bianco o nero ma offrire ai clienti piatti creati o riproposti in base al
tartufo di stagione differenziandolo tra il nero Estivo, quello Uncinato ed il Nero Pregiato oltre che sua
maestà il Bianco che si rende però disponibile sulle tavole per soli 3 mesi all’anno.
Anche gli effetti che una reale Filiera possano riverberarsi sul comparto del Turismo sono stati indagati e
particolarmente sostenuti da Roberto Cava Presidente di Alexala, l’Azienda Turistica della provincia di
Alessandria, che ha confermato il trend di crescita dei turismi legati ai prodotti d’eccellenza
enogastronomica e di come potrebbero crescere in maniera esponenziale se comunicati e promossi in
sinergia con altri prodotti , primo tra tutti i vini dei colli Tortonesi, nel territorio di riferimento.
Al termine della giornata tutti i soggetti intervenuti hanno convenuto di avviare un tavolo di lavoro al fine
elaborare un progetto condiviso di valorizzazione della filiera corta del tartufo e la proposta di marchio
collettivo del Tartufo nero terre Piemonte.
Il Seminario si è quindi chiuso dando appuntamento al 15 Novembre, sempre a San Sebastiano Curone,
dove si approfondiranno, in un incontro specifico, gli aspetti della Tartuficoltura Moderna nell’ambito delle
azioni promosse da “FUORI TARTUFO 24“ finanziata dalla Regione Piemonte tramite Alexala a
sostegno della Quarantunesima Fiera del Tartufo di San Sebastiano Curone.

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