ufo bianco è una varietà di fungo molto pregiata e ricercata, che cresce spontaneamente nel sottosuolo in simbiosi con alcune piante. Il suo nome scientifico è Tuber magnatum e il suo aspetto è irregolare, liscio e vellutato, con una colorazione chiara che varia dal crema al giallo ocra. La sua polpa interna è marmorizzata da venature marroni e il suo profumo è intenso e inconfondibile, con note di miele, aglio e bosco. Il tartufo bianco si trova principalmente in alcune regioni italiane, come il Piemonte, la Toscana, il Molise e l’Abruzzo. Tra le zone più famose per la produzione di questo fungo ci sono Alba, San Miniato e Acqualagna, dove si svolgono ogni anno delle fiere e delle aste dedicate al tartufo bianco. Il prezzo di questo prodotto può variare molto a seconda della qualità, della stagione e della domanda, ma in generale si tratta di uno dei cibi più costosi al mondo. Il tartufo bianco si consuma fresco e crudo, affettato sottilmente con un apposito coltello o una mandolina. Si usa per condire piatti semplici e delicati, come uova, pasta, riso, carne o formaggi. Il tartufo bianco esalta il sapore degli alimenti senza coprirlo e dona un tocco di eleganza e raffinatezza a ogni ricetta. Il tartufo bianco è un alimento dietetico, poiché contiene molta acqua e pochi grassi e carboidrati. È anche ricco di fibre e di sali minerali, come potassio, calcio, sodio, magnesio, ferro, zinco e rame. Il tartufo bianco ha proprietà antiossidanti, antibatteriche e afrodisiache ed è considerato un simbolo di lusso e di piacere gastronomico.
Il Tartufo del Tartufaio
Il Tartufo del Tartufaio “Il nero liscio” (Tuber Macrosporum) Oggi a spasso con Tabuia, reduce dalla gravidanza, ho visitato un paio di tartufaie di bianco con scarsi risultati. Non mi ci siamo persi d’animo e siamo andati alla ricerca di una coccola per tirarci su di morale. La nostra coccola? Il tartufo nero liscio. Poco conosciuto e praticamente non commercializzato, insieme al tartufo bianchetto sono i miei poveri nobili. Profumo che richiama il nobile cugino Tuber Magnatum Pico, peridio liscio appena solcato da leggere piramidi e gleba di un marrone intenso percosa da venature biancastre. In cucina ti prende i sensi e ti abbraccia il palato. Se non lo conosci cercalo, non potrai più farne a meno!
Antiparassitari per i nostri cani
I nostri amici vengono infestati da un numero relativamente grande di parassiti. Questi si dividono in due grandi gruppi : gli endoparassiti che parassitano l’animale al suo interno : vermi di molteplici specie , tenie , giardie , coccidi ,micro e macro filarie , etc. tutti questi portano a patologie a volte anche molto rilevanti. Gli ectoparassiti che parassitano l’animale al suo esterno : pulci , con relative uova e larve , zecche , zanzare , flebotomi , anche questi possono portare problemi sanitari all’animale. Questa sera ci limiteremo a parlare degli ectoparassiti. Per prevenire l’infestazione di pulci e zecche si possono usare collari o prodotti spot on . Questi prodotti hanno il vantaggio di non essere sistemici e quindi di non venir assorbiti dalla cute dell’animale ma rimangono sulla superficie esterna dell’animale creando un velo protettivo. Faremo inoltre un breve excursus sulla storicita’ dei trattamenti antiparassitari dal 1900 ad oggi, per comprendere come e’ cambiata sia la carica effettiva dei parassiti che la sua percezione. GUARDA IL VIDEO DI MAREMMANO TV
Prima esperienza sul tartufo?
on esiste seconda possibilità per fare una prima buona esperienza. Tartufo, trasportino, museruola, guinzaglio, bosco etc… Il comune denominatore di tutte queste parole è nuova esperienza per il nostro amico a quattro zampe. Ogni razza ha le proprie peculiarità ed all’interno della medesima razza ogni soggetto fa storia a sé. Ne desumiamo che ogni volta che ci avviciniamo ad un cane dobbiamo essere pronti ad accogliere la sua unicità. Non tutti i cani possono accogliere ed esaudire le medesime richieste. Imparare a fare le nostre proposte in maniera rispettosa è un buon inizio. Ogni proposta portata in maniera irruenta è una possibile forzatura ed ogni forzatura può essere il principio di un rifiuto. Rifiuto che porterà a dover lavorare in correzione anziché in educazione. Non dovremo più solo fare emergere le potenzialità del nostro fido scudiero ma anche curare il piccolo o grande trauma causato. Tentativo che potrebbe non andare necessariamente a buon fine. Rispettare i tempi ed il carattere del cane è fondamentale, non dare nulla per scontato altrettanto. Trasportino, museruola, guinzaglio, bosco etc… Quale sarà il modo giusto di approcciare una qualsiasi di queste esperienze? Prendo il cane, lo metto nel trasportino, accendo la macchina, e parto oppure in una situazione familiare metto a disposizione del cane il kennel per fargli liberamente prendere confidenza con l’oggetto e poi con dolcezza e pazienza lo accompagno passo passo nel suo percorso? Le altre esperienze faranno eccezione? Non penso, sicuramente però incontreremo cani eccezionali e probabilmente ci troveranno pronti.
DARE DA MANGIARE IL TARTUFO AL CANE?
L’addestramento del cane da tartufo può avvenire facendo leva sulla pulsione GIOCO-PREDAZIONE oppure sulla FAME. Addestrare il cane alla cerca del tartufo facendogli mangiare i tartufi è un metodo sicuramente abbondantemente utilizzato, ma cosa stiamo facendo apprendere al nostro cane? Innanzi tutto che il tartufo è un alimento a lui dedicato e di conseguenza una risorsa primaria, il cane di conseguenza cercherà il tartufo per nutrirsene. Questo cosa comporta? *Che tenderà a difendere la risorsa primaria sulla buca all’avvicinarsi di altri cani diventando aggressivo e nei casi peggiori potrebbe anche sviluppare aggressività verso il conduttore. *Che se dovesse incontrare altre risorse lungo la strada che soddisfino il suo bisogno potrebbe accontentarsi e interrompere la cerca. *Che se il cane cerca per fame più ha fame e meglio cerca con il risultato che qualche conduttore potrebbe essere tentato di far saltare qualche pasto al nostro fido scudiero per accelerarne la cerca e che si abbia un cane non performante perchè non correttamente alimentato. Potrebbero esserci dei vantaggi a puntare sulla relazione e la gioiosa collaborazione? STAY TUNED !
IL CANE DA TARTUFO SI ADDESTRA NEL BOSCO?
Certamente il bosco è il luogo principe per la cerca del tartufo, ma questo significa che cane e conduttore debbano iniziare il loro percorso sul naturale? Il bosco ed i luoghi del tartufo sono pieni di insidie per il cane e per i conduttori soprattutto se inesperti. Arrivare preparati a quelle insidie è molto importante, imparare a riconoscere i segnali che il nostro fido scudiero ci da è fondamentale. Proporre in fase di SIMULAZIONE le giuste stimolazioni e problematiche al cane ci può aiutare ad essere pronti ad affrontarle nella realtà. Non esiste seconda possibilità per fare una prima buona esperienza. Liberare un cucciolo nel bosco per addestrarlo è una lotteria può andare male come bene e le lotterie sono per definizione la fortuna di pochi e la sfortuna di molti. Riassumiamo? Iniziamo il lavoro in una situazione protetta in cui il cane può apprendere senza il rischio di sbagliare. Prepariamo il cane alle difficoltà che potrebbe incontrare nel bosco in maniera controllata. Quando cane e conduttore hanno le giuste competenze saremo pronti con cura ed attenzione a calarci nella realtà. Potrebbero essere utili dei supporti per l’addestramento ? STAY TUNED!
Condurre il cane da Tartufo
La comunicazione per definizione è un atto biunivoco ed il cane è un meraviglioso essere senziente. Non esiste una serie di azioni corrette scritte nella pietra da fare nei confronti del cane per ottenere il comportamento desiderato. Instaurare un dialogo è fondamentale, certamente faremo lui delle proposte ma se non ascolteremo le sue risposte e risponderemo a nostra volta alle sue proposte il nostro sarà un monologo. Esistono contributi e studi importanti circa il comportamento del cane ed è bene leggerli e studiarli discernendo con senso critico per iniziare ad immaginare un linguaggio comune ma applicare strategie senza ascolto e relazione ci condurrà a coercizione e/o corruzione, atteggiamenti svilenti per il nostro fido compagno di squadra. Volete la ricetta facile da applicare? Non esiste. Quello che posso dire è che il cane NON è un foglio bianco da scrivere, la nostra relazione e la nostra comunicazione quelle si invece vanno scritte e costruite passo. Nel rispetto delle reciproche peculiarità e attitudini. COME? Dialogando. Come si dialoga? Parlando un linguaggio comune e dando la medesima importanza al dire e all’ascoltare, offrendo risposte coerenti e proponendo argomenti interessanti per entrambi
Le proprietà nutrizionali del tartufo
Il tartufo è un alimento molto nutriente e ricco di proprietà benefiche. Tra i benefici di questo alimento c’è l’ottima quota proteica, che ammonta a 6 grammi per ogni etto di prodot. Inoltre, contiene 8,40 g di fibre, importanti per la regolarità intestinale e per conferire sazietà1. Questo, assieme alla totale assenza di grassi e all’impatto calorico assai contenuto, lo rende un prezioso alleato per quanti sono a dieta, o comunque devono tenere sotto controllo il peso corporeo, e per quelli che soffrono di colesterolo alto1. In particolare, i valori nutrizionali del tartufo corrispondono a: Si evince dunque anche una quantità interessante di sali minerali: ricco in particolare di potassio, il tartufo regola il funzionamento delle cellule, del ritmo cardiaco, della funzionalità nervosa e del tono muscolare. L’abbondante calcio invece è fondamentale per ossa e denti, mentre il fosforo aiuta la memoria e incrementa la quota energetica. E se dovessimo dirvi di mangiare tartufi per mantenervi “eternamente giovani”, ridereste? Male, perché gli antiossidanti in esso contenuti combattono i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento precoce1.
Il tartufo uncinato in cucina
Il Tartufo Uncinato (Tuber Aestivum varietà Uncinatum) è un tartufo prettamente autunnale, dall’aroma fungino e dal sapore delicato, che viene esaltato dalla cottura. Dosi indicative a porzione: 20/25 gr Come conservare il tartufo Istruzioni valide per tutte le varietà di tartufo Conservare il tartufo avvolto in carta assorbente in un barattolo di vetro chiuso, in frigoriferoConsumare il tartufo entro 7 giorni (5 nel caso del tartufo bianco), avendo l’accortezza di sostituire la carta assorbente quotidianamente per evitare la formazione di muffeTirare fuori dal frigo il tartufo circa un’ora prima di utilizzarloCon uno spazzolino rimuovere delicatamente i residui di terra. Non porre il tartufo sotto a un getto forte di acqua corrente, è sufficiente un rivolino per pulire lo spazzolino Cucinare il tartufo Con una mandolina (o con le lame più ampie di una comune grattuggia a 4 lati, se non si dispone della mandolina) ridurre in scaglie il tartufo. Eventuali frammenti non grattuggiabili, o i tartufi di dimensione piccola, possono essere sminuzzati a coltello.Tenere da parte alcune scaglie per la decorazione a crudo del piattoScaldare il burro in un pentolino, aggoungere il tartufo in scaglie e lasciare insaporire per qualche minuto. Attenzione a non soffriggere il tartufo.Utilizzare il burro con il tartufo per condire dei tagliolini o aggiungerlo verso la fine della cottura del risotto.
Il tartufo Bianchetto in cucina
Come conservare e utilizzare il tartufo(istruzioni valide per tutte le varietà di tartufo) In cucina con il tartufo bianchetto Dosi indicative a porzione: 15 gr Grazie alla sua versatilità il tartufo bianchetto può essere utilizzato in cucina in diversi modi: Non ci resta che augurarvi buon appetito!